Rete Cento Passi : “Incapaci” omaggio alla memoria di Giovanni Falcone

reteChiunque è in grado di esprimere qualcosa deve esprimerlo al meglio. Questo è tutto quello che si può dire, non si può chiedere perché. Non si può chiedere ad un alpinista perché lo fa. Lo fa e basta. A scuola avevo un professore di filosofia che voleva sapere se, secondo noi, si era felici quando si è ricchi o quando si soddisfano gli ideali. Oggi so che aveva ragione lui.

Giovanni Falcone

On line l’omaggio realizzato da Livia Napolitano grazie alla collaborazione di artisti del Nord e Sud Italia per non dimenticare, contare e camminare perchè: “gli uomini passano le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.

Ascoltalo il podcast cliccando qui:” Incapaci

di seguito invece presentiamo l’assolo di danza di Arianna Ilardi le cui riprese sono state realizzate da Fabio Giovinazzo, con il quale portiamo avanti già diverse collaborazioni.
Il video è stato realizzato presso Villa Bombrini a Genova, in una location molto neutra senza particolari arredamenti, la stessa ballerina è vestita interamente di nero, a voler rappresentare l’assenza di colore. «La persona omertosa all’apparenza sta bene e mostra un certo equilibrio, fino al momento in cui non ce la fa più e decide di parlare» spiega Arianna «nell’assolo quando prende la decisione molto forte e sicura, di levarsi lo scotch dalla bocca viene immediatamente uccisa».La scelta di questo assolo, spiega la Ilardi «è dovuta alla mia scelta di rappresentare la realtà, spesso se si tende a rappresentare la verità si rischia di venire tagliati fuori», l’omertà dice l’autrice «riguarda tutti, ci può essere un’omertà indotta che è quella di non parlare, ma ne esiste un’altra, molto più subdola e molto più pericolosa, perché spesso viene da persone a cui si vuole bene e ci si fida».Arianna Ilardi sta attualmente cercando altri artisti, in particolar modo di arti visive, che vogliono portare avanti questo progetto chiamato proprio “omertà”. L’assolo, è completamente privo di discorsi o parti parlate, perché la ballerina ha deciso di rappresentare il tema con la sola scelta musicale (con musiche di Vincenzo Bellini) ed il linguaggio del corpo (fonte).

Fabio Giovinazzo Filmography

KINEK ÌROD EZT?(2012): an antinarrative homage to EdoardoSanguineti. Co-produced by Università di Genova, CinetecaGriffith (Genoa) and Garaje Lumière (Madrid). Withvisualfragments and performances by Ottavia Fusco, RaffaelePerrotta, Luca Ronconi, Elena Rozo, Massimo Sannelli.

THE MEN IN BLUE (2015): a blue-toned long-take, a homage to a legendary movie,French Blueby Lasse Braun.
MONOLOGO DI PALINURO (2015): the filmaker explores a hospice and meets a group of retired sailors. Produced withsupport from Genova-Liguria Film Commission. Editing by Aleksandr Balagura, off-stage commentary by Massimo Sannelli.
Work in progress:L’ARTE DEL FAUNO(2016)

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Fabio: l’artista

ASono un artista e attraverso l’arte voglio raccontare alla gente me stesso. Cinema e Fotografia, quindi l’aspetto della Performance legato ad Interventi con i quali la realtà che mi circonda finisce per essere tradotta in quella forma di linguaggio che alimenta la mia natura creativa. Ma andiamo per ordine: Cinema e Fotografia in questo momento sono i principali terreni della mia indagine. Ho imparato a fare le riprese guardando ogni genere di film. E dal punto di vista fotografico non esistono parole migliori per spiegare l’origine della mia arte. Sono convinto che la migliore educazione al fare cinema sia cercare di realizzare un film da solo. La considero un’esperienza incredibile, ricca di soddisfazioni e di profondi insegnamenti. Sono sempre stato attratto da tutto quello che rimane nascosto. Quando curo la regia di un’opera cinematografica o scatto una fotografia divento il miglior psichiatra di me stesso. Mi piace ragionare sulla mia interiorità, poi consegnarla alle immagini, quindi darla in pasto al pubblico: lo trovo parecchio eccitante e terapeutico al tempo stesso. Il mio cinema è simile a un sogno o a una fiaba. Non mi interessa far arrivare al pubblico un messaggio. Non mi interessa insegnare niente a nessuno. Sono un grande egosita in questo senso. E le riprese che sviluppano il mio cinema devono per forza essere sottomesse a questa regola. Mi piace analizzare il mio pensiero, in uno stile complicato. Diciamo che attraverso le immagini, non da meno quelle fotografiche, cerco di curare il mio animo. Detesto i momenti in cui questa possibilità mi sfugge. Si tratta di una ricerca continua, c’è sempre tanto da fare. Pianifico e cerco di anticipare tutto prima di girare una scena, anzi una singola inquadratura, ma quando arriva il momento dell’azione può capitare che la mia interiorità stravolga tutto, anche se stessa. Capita soprattutto quando mi dedico all’arte fotografica. L’ambiente può comunicarmi nuove idee o suggerirmi stati d’animo fino a qualche attimo prima sconosciuti. Allora è come la fenice che si getta in un rogo e rinasce dalle proprie ceneri. Considerando me stesso un artista lirico, estroso e visionario, cerco nelle mie opere di dare vita a mondi fuori dall’ordinario sospesi tra sogno e realtà, psicoanalitici ma non banalmente provocatori. Tutta questa mia natura ha ragione di esistere nel girovagare ai margini da quello che il pubblico può oggi fruire con troppa semplicità, ogni cosa mia naturale sta ancora nel perseguire con fermezza e costanza una certa idea di arte. Ecco, muoversi nell’oscurità per trovare la luce: fare e comprendere arte come atto critico di fede per assicurare la sopravvivenza della libertà dell’informazione. Seguendo le mie parole tra immagini che non vogliono mai negarsi, possiate avere voi tutti delle Buone Visioni.

Fabio Giovinazzo

 

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Nottetempo presenta: “Il caffè delle meraviglie”, il nuovo video di Antonio Prestiagiacomo sulle musiche di Ruggiero Mascellino

its-in-progressUn mix di musica, arte e poesia il nuovo video di Antonio Prestigiacomo sulle musiche di Ruggiero Mascellino girato all’interno del Teatro Massimo di Palermo.

L’incontro con Antonio Prestigiacomo e Linda Mongelli, protagonista del video insieme alle immagini della sand artist Stefania Bruno, è avvenuto il 25/01/2013 in occasione della presentazione della silloge di poesia di Marinella Gennari  “Io sono il momento” presso la libreria S. Benedetto di Genova.

Un incontro speciale che ci ha visti uniti nella condivisione di un progetto comune, uniti in una domenica trascorsa nella comunità di Don Gallo, tra diversità, umanità e appunto condivisione. La stessa che nonostante le distanze,  ancora oggi ci unisce.

Questo nuovo momento di condivisione ci dona speciali emozioni, attraverso la musica di Ruggiero Mascellino, compositore, fisarmonicista palermitano:  L’originalità nella continuità, che consiste nel dissodare terreni già battuti per farvi germogliare nuovi frutti, come egli stesso afferma presentando It’s in progress lo spettaco che presenterà il 27/12/2014 nella splendida cornice del Teatro Massimo di Palermo: Un intenso dialogo tra sonorità etniche, classiche e jazz dà vita a uno spettacolo originale e multiforme: un’esperienza musicale che conduce il pubblico attraverso un percorso nel quale vengono evocate suggestioni antiche e nuove, tutte accomunate dal fil rouge della mediterraneità.

Quindi se siete in quel di Palermo non perdetevi l’occasione di poter ascoltare dal vivo il poliedrico compositore palermitano e la sua band, per tutti gli altri ecco di seguito il video  de “Il Caffè delle Meraviglie” realizzato da Antonio Prestigiacomo.

 

Di seguito invece riproponiamo un precedente post che vede ancora una volta protagonista Linda Mongelli, attraverso un video che la racconta e  realizzato dallo stesso regista: Tarantina tarantata

L.N.

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Sosteniamo il documentario di Nadia Pizzuti su Lina Mangiacapre, artista napoletana simbolo del femminismo

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Lina Mangiacapre

«Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?».

Nadia Pizzuti, giornalista, cineasta e scrittrice. Nata a Roma nel 1957, mi sono laureata in scienze politiche a Bologna e ho studiato cinema a Parigi. Negli anni Novanta ho diretto la sede dell’agenzia ANSA a Teheran, prima corrispondente donna della stampa internazionale accreditata nell’Iran post-rivoluzionario. Da tale esperienza ho tratto ispirazione per un saggio Mille e un giorno con gli ayatollah (Datanews 2002), e un romanzo-verità, Il giardino di Shahrzad (Il Dito e la Luna, 2006), pubblicato anche in Francia e Spagna.

Alla fine degli anni Novanta ho scritto e realizzato alcuni cortometraggi con il gruppo femminista romano ‘Una volta per tutte’, tra cui Carte false, presentato al Festival internazionale del film lesbico e femminista di Parigi, e Vicine di casa, dedicato alle donne della ex Jugoslavia. Una mia sceneggiatura, Idillio, ha avuto una segnalazione della giuria al Festival Internazionale Gay e Lesbico di Torino (1996).

Nel 2011 ho lasciato l’ANSA e sono tornata a dedicarmi al cinema, organizzando tra l’altro una rassegna intitolata Cinepioniere, da Alice Guy a Dorothy Arzner alla Casa internazionale delle donne di Roma, poi portata all’estero. Nel 2012 ho realizzato il documentario Amica nostra Angela, dedicato alla filosofa femminista napoletana Angela Putino.  Il film è stato presentato in molte città italiane e in due rassegne, tra cui il festival di cinema Some Prefer Cake di Bologna.

Il nuovo progetto:

Sto lavorando alla realizzazione di un documentario su Lina Mangiacapre:Napoletana, artista totale, femminista. Lina Mangiacapre ha lasciato una vasta produzione come pittrice, romanziera, poeta, fotografa, musicista, sceneggiatrice, regista di cinema e di teatro, critica cinematografica, editrice.

Per lei l’arte e la creatività erano forme di lotta per la liberazione delle donne, erano già politica. Erano politiche le azioni performative delle Nemesiache – il collettivo da lei fondato nel 1970 tra Napoli, Milano, Roma e Parigi – uno dei gruppi più rappresentativi del movimento femminista, ed era politica la Rassegna del Cinema femminista di Sorrento ‘L’altro sguardo’ da lei lanciata nel 1976, primo festival del genere in Europa.

La ricerca di libertà di Lina Mangiacapre si rispecchiava nel suo look provocatorio e senza tempo: i fantasiosi abiti mitologici, dark o punk rock con cui amava coprirsi il corpo sottile, i cilindri e le bombette, i  grandi occhiali a farfalla, le ciocche di capelli colorate, il suo aspetto androgino – queer ante litteram – sono rimasti impressi nella memoria di chi l’ha conosciuta.

Si firmava Némesi come fondatrice del collettivo e della cooperativa (oggi associazione) Le Tre Ghinee/Nemesiache e Màlina come pittrice. Poneva il mito al centro della sua ricerca e ideò la “psicofavola”, metodo teatrale e di autocoscienza. Nel 1987 creò il Premio Elvira Notari (ora Premio Lina Mangiacapre) tuttora assegnato alla Mostra cinematografica di Venezia; nel 1990 la Presidenza del Consiglio dei Ministri le assegnò il Premio per la cultura e nel 1996 realizzò lo spot “Da elettrici a elette” per la Presidenza del Consiglio per celebrare il 50/o anniversario del voto alle donne.

Conduceva una vita nomade tra Napoli, Roma e Parigi. Ė morta a 56 anni, il 23 maggio 2002 a Napoli, dove a breve le verrà intitolata una strada.

Fra le sue opere si ricordano i romanzi Pentesilea, Faust Fausta, Il mare sarà solo; le raccolte di poesie Donne e Unicorni e Amazzoni e Minotauri, i film Le sibille, Didone non è morta, Faust Fausta, e le opere teatrali Cenerella, Eliogabalo, Siamo tutte prigioniere politiche.

Il documentario  – che avrà una durata di circa 50 minuti – coglierà la figura di Lina Mangiacapre nelle sue metamorfosi, esplorando percorsi fra loro collegati e valorizzando la sua verve ironica e a tratti giocosa. Sarà un film quasi interamente di montaggio, senza testimonianze dirette. Il filo narrativo e la ricostruzione del suo universo saranno affidati in gran parte alle sue parole, ai testi e alle poesie, alle immagini, alle voci e alla musica, con il coinvolgimento delle Nemesiache, che racconteranno qualcosa di lei scegliendo ciascuna una propria forma espressiva. Ci saranno anche alcune vignette e un paio di scene di animazione ed è previsto l’utilizzo di voci fuori campo.

1) Transfemminismo

Concetto derivante dall’identificazione di Lina con la figura dell’androgino. Ė alla base del romanzo ‘Faust Fausta’, del ‘Cabaret delle Nemesiache’ e di azioni quali l’irruzione delle Nemesiache con abiti maschili durante un convegno a Napoli nel 1982.

2) Corpo Mare

Denuncia dell’inquinamento ambientale e riappropriazione artistica del territorio mitico-archeologico e contemporaneo a Napoli e ai Campi Flegrei.

3) Ci sono guerre sorella che non si possono non combattere

La storia militante di Lina dopo il  ’68, l’arte come strumento politico, le manifestazioni femministe, il lavoro con le donne ricoverate nell’ospedale del Frullone a Napoli, le performances e le azioni teatrali assieme alle Nemesiache.

4) Il cinema sarà la nostra vendetta

La ricerca di Lina sul cinema come “sintesi di tutte le arti”, la rassegna femminista di Sorrento, i suoi film.

SCHEDA TECNICA E ARTISTICA

Regia: Nadia Pizzuti

Soggetto: Tristana Dini e Nadia Pizzuti

Sceneggiatura: Nadia Pizzuti

Musiche: Lina Mangiacapre con Le Nemesiache, Stefania Tarantino.

Direttore della fotografia: Emanuela Pirelli

Vignette e animazione: Susanna Martín

Voci fuori campo: Cristina Donadio, Enza Di Blasio, Teresa Mangiacapra (Nemesiache)

Aiuto regista: Lina Cascella

Montaggio: Sara Pazienti

Comunicazione social: Nicolette Mandarano

Il progetto si avvale della collaborazione di Teresa Mangiacapra con l’associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache e del collettivo Adateoriafemminista. 

PERCHE’ SOSTENERE IL PROGETTO?

PERCHE’

è importante riattualizzare il ricordo di persone che hanno lasciato un segno nell’immaginario di una comunità, divulgandolo a un pubblico più ampio.

PERCHE’

la bella accoglienza ricevuta dal mio documentario, “Amica nostra Angela”, dedicato alla filosofa femminista napoletana Angela Putino, mi ha incoraggiata a lanciarmi in un progetto su un’altra donna che ha indicato percorsi originali per la libertà femminile e che, pur avendo un ampio raggio d’azione, era fortemente radicata nel territorio. Vorrei dunque aggiungere un tassello alle ricerche – anche accademiche – in corso su Lina Mangiacapre.

PERCHE’

Questo progetto è stato lanciato anche grazie all’entusiasmo e alla collaborazione di giovani donne precarie, napoletane e romane. E l’intento è quello di realizzarlo interamente con professionalità femminili.

La campagna di crowdfunding servirà a sostenere la prima fase del progetto – inclusi i compensi per le persone che vi stanno già lavorando – e una parte delle spese di postproduzione.

Allora DONATE, DONATE, DONATE quanto potete o volete, anche solo 5 euro. Sommato ad altri il vostro piccolo contributo non sarà solo una goccia nel mare!  

NOTA BENE:

Se non hai un account paypal ma vuoi sostenere il progetto puoi fare un versamento tramite bonifico bancario a:

Nadia Pizzuti \ CHE BANCA \ IBAN: IT 74 P 03058 01604 100571275289

mettendo nella causale: donazione documentario

L’ASSOCIAZIONE LE TRE GHINEE/NEMESIACHE

L’associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache  prosegue un percorso iniziato nei primi anni  ’70 come cooperativa. Fondato da Lina Mangiacapre a Napoli, il collettivo poneva la creatività al centro del proprio lavoro politico e si è sviluppato attraverso il teatro e altre forme artistiche a Roma, Milano e Parigi. Ha svolto numerose attività, tra cui la pubblicazione di “Manifesta”, un trimestrale  aperto alla riflessione teorica e filosofica, alla ricerca sull’immagine filmica e sulle arti visive, sulla poesia e la scrittura; l’organizzazione di rassegne cinematografiche, la produzione e distribuzione di corti e lungometraggi, l’editoria, la realizzazione di mostre d’arte multimediale  e l’assegnazione,  nell’ambito della Mostra Internazionale del cinema di Venezia, del premio Elvira Notari (oggi intitolato a Lina Mangiacapre)  al film che mette in rilievo l’immagine della donna in una diversa chiave interpretativa, protagonista e non vittima della storia.  La consegna del premio avviene a Napoli. 

http://www.linamangiacapre.it

 

ADATEORIAFEMMINISTA

Adateoriafemminista è  una rivista online fondata nel 2006 da Angela Putino e Lucia Mastrodomenico. La proposta politica di Ada è quella di fare teoria agganciandosi alle pratiche, di precisare punti di avvistamento a partire dalle teorie femministe. Il collettivo di redazione s’incontra a Napoli intrecciando la passione per la teoria con l’amore critico per la città. Si sperimentano letture del reale a partire da teorie e pratiche femministe “situate” a sud. Il collettivo è formato da Maria Rosaria Corcione (direttora) Maria Vittoria Montemurro, Nadia Nappo, Tristana Dini, Stefania Tarantino, Stefano Perna.

http://www.adateoriafemminista.it/

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La poetica delle immagini di Fabio Giovinazzo contro l’omofobia

Fabio Giovinazzo«Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?».

sono fotografo e filmaker. Amo il cinema e il mio più grande sogno è quello di riuscire ad affermarmi pienamente attraverso questo meraviglioso modo di fare arte. La mia è una regia che nasce da tutto quello che in me rimane nascosto agli occhi degli altri. E per altri, intendo il mondo che consuma il cinema attraverso l’essere spettatore: pubblico che giudica, amando ma anche detestando.

Ecco il mio nuovo film: Raccontare la propria omosessualità attraverso l’essere se stessi.

Pensarlo, scriverlo e dare ad esso forma con la mia poetica delle immagini: è forte in me la convinzione che l’arte cinematografica, se ben usata, possa diventare strumento potente ed efficace per lottare e sconfiggere ogni male della nostra società.

Ho imparato a fare le riprese guardando ogni genere di film, sono convinto che la migliore educazione al fare cinema sia cercare di realizzare un film da solo: la considero un’esperienza incredibile, ricca di soddisfazioni e di profondi insegnamenti.

Penso al mio film sul poeta Edoardo Sanguineti, alla mia opera successiva che ho chiamato “The Men in Blue”, al mio recente documentario sulla vita di un quasi centenario all’interno di una casa di riposo per ex marinai.

E ora la voglia di dare uno schiaffo all’omofobia. Un nuovo capitolo, una nuova storia, un nuovo guizzo della mia fantasia.

Tutti possono dare il proprio contributo al fine di permettere a questo film di vedere la luce: testimonianze di qualcosa che nel bene o nel male è rimasto dentro il cuore, ma anche una frase soltanto, una foto significativa, un gesto semplice ma di eloquenza perchè appartenente ad una rara sensibilità, l’espressione di un volto con o senza passato, un bacio dolcissimo, il mettersi in gioco con simpatia o attraverso le proprie passioni.

Il mio cinema è simile a un sogno o a una fiaba: e questo film non fuggirà da questa regola. Un’opera con la quale voglio raccontare l’omosessualità attraverso la gioia e il dolore, la spensieratezza e la malinconia. Perchè così è la vita.

Considerando me stesso un artista lirico, estroso e visionario, cerco nelle mie opere di dare vita a mondi fuori dall’ordinario sospesi tra sogno e realtà, psicoanalitici ma non banalmente provocatori. Tenendomi ai margini da tutto quello che il pubblico può oggi fruire con troppa semplicità, persisto con fermezza e costanza a perseguire la mia idea di arte.

Fabio Giovinazzo è laureato in Storia, vive e lavora a Genova. Ha partecipato a diverse rassegne Internazionali di fotografia e realizzato mostre personali e collettive.

Questo film puo’ crescere solo con la partecipazione di tutti. Anche la tua!

Per fornire la tua testimonianza e contribuire alla realizzazione del film scrivi a: nottetempoblog@gmail.com

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Il mito di Aracne nel tarantismo

La figura mitologica di Aracne, giovane fanciulla della Lidia, conosciuta per la sua abilità di tessitrice che oso’ sfidare la Dea Atena e le sue tele, è divenuta emblema della sfida dell’uomo verso il Divino, ed ha vissuto nei secoli diverse interpretazioni, come nel fenomeno del “Tarantismo”.
Le radici storiche di questo rituale praticato in tutto il Sud Italia, sono molto antiche.

La donna morsa dalla taranta che balla senza freni e senza sosta, ripete le movenze di un ragno che tesse, mettendo in scena lo scontro mitico tra la donna Aracne e la dea Atena.
Il tarantismo oggi è un fenomeno di natura musicale, fatto risalire al morso di un ragno chiamato appunto”taranta”, che pizzica le sue vittime in estate, in particolare le donne, durante i lavori nei campi. Chi viene morso, prova una serie di malesseri fisici e muscolari ed il solo rimedio consiste nel fargli ascoltare un’apposita musica, basata su un ritmo molto intenso ed incalzante chiamata “pizzica pizzica”.

Livia Napolitano

La tarantata si fa ragno,
diventa ragno
che è in lei:
il suo pensiero muta
in ritmo puro
e nel movimento
quasi meccanico
sorgono figure
di liberazione,
travolte però ancora
da ombre disperate.
Ora la donna in piedi
lotta con la taranta,
immaginando di caplestarla
e di ucciderla con il piede
che batte la danza.
Salvatore Quasimodo

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  Gustave Dorè
Il filmato“Tarantina tarantata” realizzato dal regista  Antonio Prestigiacomo propone  la testimonianza di  Linda Mongelli, ballerina di taranta con la quale abbiamo avuto già in passato il piacere di collaborare.

Ringraziamo entrambi per il loro supporto !

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